AIIC AWARDS 2022

PRESERVAZIONE DEL POTENZIALE FERTILE NEL BAMBINO AFFETTO DA PATOLOGIE ANDROLOGICHE TRAMITE LO SVILUPPO DI TECNOLOGIE IN VITRO

AFFILIAZIONE
università di verona

AUTORE PRINCIPALE
Prof Zampieri Nicola

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GRUPPO DI LAVORO
Prof Zampieri Nicola – università di verona, verona
Dr Errico Andrea – università di verona, verona
Dr Vinco Sara – università di verona, verona
Prof.ssa Dando Ilaria – università di verona, verona

AREA TEMATICA
Applicazioni innovative di bioingegneria

ABSTRACT
L’infertilità colpisce più di 190 milioni di persone nel mondo e nel 50% delle coppie è collegata alla sfera maschile. Alterazioni del potenziale fertile nel maschio sono spesso dovute a patologie andrologiche che possono essere diagnosticate e trattate già in età pediatrica e adolescenziale. Oggi oltre il 40% delle procedure chirurgiche nel maschio in età 0-16 anni sono relative agli organi genitali ed associate ad un alterato potentziale fertile. Il progetto si avvale di metodologie di coltura cellulare per amplificare in vitro tessuto testicolare e para-testicolare derivato da paziente pediatrico. Molte patologie infatti, richiedono trattamento post-chirurgico, spesso con utilizzo di ormoni. I dosaggi e gli schemi terapeutici tuttavia non sono standardizzati ma vengono utilizzati uguali dosaggi per patologie differenti. Gli scopi principali del progetto sono: 1) identificare dei marcatori predittivi di infertilità in pazienti pediatrici con patologie andrologiche; 2) individuare il miglior approccio terapeutico, sia come dosaggio sia come tipologia di stimolazione ormonale, tramite studi in vitro su cellule derivate da ogni paziente; 3) sviluppare tecnologie in vitro per preservare il potenziale fertile del bambino predisposto all’infertilità tramite un approccio finalizzato alla medicina rigenerativa. L’innovazione del progetto risiede nell’interdisciplinarità, grazie alla stretta collaborazione tra la componente clinica/chirurgica e quella biologica/biochimica, e nell’utilizzo di tecniche di coltura cellulare pioneristiche che permettono di effettuare molteplici studi partendo da biopsie tissutali molto piccole (circa 10 mm3). Da un punto di vista applicativo, il progetto permette di identificare già in età pediatrica quei pazienti che potranno avere alterazioni del potenziale fertile, consentendogli di seguire tempestivamente un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato ed evitandogli di interfacciarsi con problemi d’infertilità in età adulta con noti risvolti piscologici e sociali. I risultati a lungo termine hanno dimostrato che è fondamentale differenziare le terapie, e che i risultati sono correlati all’età del paziente. Questo approccio ha permesso di utilizzare “meno” farmaco in alcuni pazienti, con dosaggio più “mirato”

 

 

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