AFFILIAZIONE
asst santi paolo e carlo
AUTORE PRINCIPALE
Ing. Genova Marta
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GRUPPO DI LAVORO
Ing. Genova Marta asst santi paolo e carlo
Ing. Chiesa Melania asst santi paolo e carlo
Ing. Di Marcoberardino Vittoria asst santi paolo e carlo
Ing. Chiesa Melania asst santi paolo e carlo
Ing. Di Marcoberardino Vittoria asst santi paolo e carlo
AREA TEMATICA
Esperienze e metodologie di valutazione delle tecnologie
ABSTRACT
Il progetto è volto all’introduzione in Azienda di un ecotomografo intraoperatorio per Neurochirurgia per l’identificazione di strutture e lesioni encefaliche e midollari in corso di intervento.
L’identificazione delle strutture e delle lesioni encefaliche durante l’intervento è fondamentale per garantirne la sicurezza e la precisione. Per questo si utilizzano strumenti e tecniche di imaging intra-operatorio, come la neuronavigazione, il cui principale limite è di basarsi su immagini pre-operatorie, che non tengono conto di fenomeni intra-operatori come il brain-shift (spostamento del cervello durante l’intervento), la deformazione dei tessuti e la progressiva asportazione di tessuto patologico. L’imaging ecografico fornisce una visualizzazione real-time delle lesioni cerebrali, dei loro margini e delle strutture circostanti. Integrare le immagini ecografiche con quelle ottenute da risonanza magnetica per-operatoria è una soluzione ottimale per avere una vista panoramica e di orientarsi meglio durante l’intervento, regolare la distorsione dovuta al brain-shift e alla resezione tissutale, migliorando la precisione della chirurgia. Le immagini ecografiche forniscono informazioni cruciali mentre il chirurgo si avvicina ai margini del tumore, indicando la distanza dai punti di riferimento rilevanti e possono correggere alcune inesattezze della neuronavigazione, ma non sono in grado di fornire informazioni attendibili sul possibile tumore residuo, a differenza di tecniche come la risonanza magnetica intra-operatoria. Dall’analisi della letteratura emergono numerosi vantaggi nell’uso dell’ecotomografo intra-operatorio come strumento di navigazione neurochirurgica. Esso è infatti veloce, ripetibile, in grado di fornire risultati in tempo reale. Inoltre e facile da usare, con una curva di apprendimento breve. Se utilizzato in casi appropriati, l’ecografo può sostituire la fluoroscopia, riducendo l’ingombro delle apparecchiature in sala operatoria e l’esposizione alle radiazioni per paziente e operatori. Permette di ridurre la dimensione dell’incisione, per una chirurgia meno invasiva e con minori complicazioni post-operatorie. È stata eseguita un’analisi su più dimensioni (rilevanza generale, sicurezza, efficacia, impatto economico e finanziario, impatto organizzativo) da un team multidisciplinare (Ingegneria clinica, Farmacia, Gestione Operativa, Personale Sanitario) che ha portato ad una valutazione positiva dell’opportunità di introdurre il sistema in Azienda.
L’identificazione delle strutture e delle lesioni encefaliche durante l’intervento è fondamentale per garantirne la sicurezza e la precisione. Per questo si utilizzano strumenti e tecniche di imaging intra-operatorio, come la neuronavigazione, il cui principale limite è di basarsi su immagini pre-operatorie, che non tengono conto di fenomeni intra-operatori come il brain-shift (spostamento del cervello durante l’intervento), la deformazione dei tessuti e la progressiva asportazione di tessuto patologico. L’imaging ecografico fornisce una visualizzazione real-time delle lesioni cerebrali, dei loro margini e delle strutture circostanti. Integrare le immagini ecografiche con quelle ottenute da risonanza magnetica per-operatoria è una soluzione ottimale per avere una vista panoramica e di orientarsi meglio durante l’intervento, regolare la distorsione dovuta al brain-shift e alla resezione tissutale, migliorando la precisione della chirurgia. Le immagini ecografiche forniscono informazioni cruciali mentre il chirurgo si avvicina ai margini del tumore, indicando la distanza dai punti di riferimento rilevanti e possono correggere alcune inesattezze della neuronavigazione, ma non sono in grado di fornire informazioni attendibili sul possibile tumore residuo, a differenza di tecniche come la risonanza magnetica intra-operatoria. Dall’analisi della letteratura emergono numerosi vantaggi nell’uso dell’ecotomografo intra-operatorio come strumento di navigazione neurochirurgica. Esso è infatti veloce, ripetibile, in grado di fornire risultati in tempo reale. Inoltre e facile da usare, con una curva di apprendimento breve. Se utilizzato in casi appropriati, l’ecografo può sostituire la fluoroscopia, riducendo l’ingombro delle apparecchiature in sala operatoria e l’esposizione alle radiazioni per paziente e operatori. Permette di ridurre la dimensione dell’incisione, per una chirurgia meno invasiva e con minori complicazioni post-operatorie. È stata eseguita un’analisi su più dimensioni (rilevanza generale, sicurezza, efficacia, impatto economico e finanziario, impatto organizzativo) da un team multidisciplinare (Ingegneria clinica, Farmacia, Gestione Operativa, Personale Sanitario) che ha portato ad una valutazione positiva dell’opportunità di introdurre il sistema in Azienda.